Pancarrè o pane in cassetta (Pullman bread)
La traduzione americana di alcuni cibi mi fa sorridere, è questo il caso del comunissimo pancarrè. In America si chiama pullman bread e in effetti non c’è che dire, la forma di questo pane ricorda molto quella del famoso mezzo di locomozione. La semplicità della lingua americana mi stupisce sempre. Perché sprecarsi a coniare nuovi termini quando si può attingere ad altri già esistenti che servono ad indicare altre cose? Così, mentre noi ci districhiamo tra pane in cassetta e pancarrè, loro decidono di chiamarlo pane pullman, o meglio pullman pane e passa la paura! Sarà per questo che a me l’inglese non entra in testa con facilità. Faccio parte di quella categoria di persone che un concetto spiegato in 20 modi diversi lo assimilano meglio. Sono prolissa come pochi. Il mio libro preferito al liceo era quello di filosofia: 5 pagine di media per spiegare un concetto. All’università potevo perdermi nel manuale di diritto pubblico o di procedura penale; concetti ripetuti mille volte con parole diverse che in sostanza avevano lo stesso significato.
La ricetta di oggi la dedico a tutte le insegnanti che negli anni hanno tentato di farmi apprendere l’inglese con regole grammaticali che lasciavano il tempo che trovavano e a me che sto imparando ad apprezzare l’inglese leggendo di ciò che mi piace, riscoprendola, forse, perché finalmente la metto in pratica con naturalezza, seguendo le mie passioni.
Il pancarrè non ha bisogno di presentazioni, è il classico pane per toast e tramezzini. Perfetto a colazione con burro e marmellata o per preparare gustosi tramezzini per un pranzo veloce o un goloso spuntino. Questa versione casalinga, priva di conservanti e a lievitazione naturale, sicuramente più sana vi conquisterà.
Pancarrè (Pulman bread) la ricetta
(La ricetta di oggi è tratta da quella della mia amica blogger Stefania di “Mina e le sue ricette del cuore”, una garanzia quando si tratta di lievitati & Co, adattata al mio stampo da pullman bread di dimensioni maggiori.)
Ingredienti
Per uno stampo 30x10x10
- 570 g di farina 00 (versione con il Li.co.li. 620 g di farina)
- 345 g di latte intero
- 150 g di pasta madre matura (Li.co.li. 100 g)
- 60 g di burro a t.a.
- 30 g olio di riso
- 15 g di zucchero
- 6 g di sale fino
- 1 cucchiaino di malto d’orzo
Preparazione
Preparazione dell’impasto
Nella ciotola della planetaria munita di frusta sciogliete la pasta madre spezzettata nel latte leggermente intiepidito insieme al malto d’orzo. Aggiungete metà della farina e impastate. Sostituite la frusta col gancio, inserite a più riprese il burro morbido alternandolo alla farina, al sale, allo zucchero, e all’olio, continuate così fino a esaurire tutti gli ingredienti. Continuate ad impastare fino a quando l’impasto non raggiungerà l’incordatura.
Prima lievitazione
Trasferite l’impasto su una spianatoia leggermente infarinata e continuate a lavorare a mano l’impasto fino a quando non otterrete un impasto liscio e omogeneo. Formate una palla e ponetela in una ciotola, fate lievitare per circa 3 / 4 ore fino al raddoppio.
Formazione del pane in cassetta e seconda lievitazione
Raggiunta la lievitazione ribaltate con delicatezza l’impasto su una spianatoia, dividetelo a metà e formate due filoncini della stessa lunghezza dello stampo. Intrecciateli fra di loro e riponeteli nello stampo a cassetta precedentemente imburrato. (Questo passaggio, che dona forza alla massa, è importante perché eviterà che il pane collassi al centro una volta cotto e che la mollica abbia un’alveolatura uniforme). Chiudete lo stampo con il coperchio lasciando un piccolo spiraglio per controllare la lievitazione. Fate lievitare nuovamente per altre 3 / 4 ore, l’impasto dovrà arrivare a un centimetro dal bordo dello stampo.
Cottura, consumo e conservazione
A lievitazione ultimata, chiudete il coperchio e infornate a 180° in forno preriscaldato per circa 45 minuti. Trascorso questo tempo controllate la cottura aprendo il coperchio dello stampo. Se il pane non ha raggiunto una bella colorazione nocciola, toglietelo dallo stampo e rimettetelo in forno, sulla gratella per un’altra decina di minuti per farlo colorire bene.
Sfornate quindi il vostro pancarrè e fatelo raffreddare mettendolo in verticale per fare uscire tutta l’umidità.
Aspettate circa 6 ore prima di tagliarlo a fette.
Il pane in cassetta si conserva bene per due giorni coperto da pellicola. In caso lo vogliate conservare per più tempo vi consiglio di tagliarlo a fette e congelarlo, quando vi serve basterà toglierlo dal congelatore e tostarlo nel tostapane per averlo nuovamente fresco e fragrante come il primo giorno.
Con questa ricetta partecipo a Panissimo#44, la raccolta di lievitati dolci e salati ideata da Sandra di Sono io,Sandra, e Barbara, di Bread & Companatico, questo mese ospitata da me Cakes and Co.
Devo dire che è proprio bello fatto nel suo stampo. Io uso quello da plumcake ma così è molto più bello. Io invece sono il contrario di te, odio i libri prolissimi, che dicono sempre le stesse cose. Mi annoiano terribilmente. SOno sempre stata una piuttosto sintetica e infatti andavo malissimo in italiano 😉
Io ho comprato questo stampo più di un anno fa, era rimasto li in un angolo e continuavo a fare il pancarrè nello stampo da plumcake. Riuscire a capire le dosi per questo tipo di stampo è stata un’impresa. L’ho fatto tre volte in un mese prima di arrivare ad ottenerlo perfetto come volevo io. Fortuna che mi ci incaponisco sulle cose, altrimenti il pullman sarebbe volato dalla finestra.
Comunque ognuno è fatto a suo modo io apprezzo moltissimo quelli che hanno il dono della sintesi e che capiscono le cose attraverso gli schemi, che per me diventano dei rebus.
Un abbraccio